Ladies and Gents,
con grande piacere ospitiamo Daaaaaaaaaniela per condividere un'esperienza unica.
Date una letta qua....
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Ciao! Mi
chiamo Daniela e studio Giurisprudenza a Pisa. Vorrei raccontarvi un po' la mia
esperienza al MUN. Giusto! Cosa è
un MUN? Si
tratta del Model United Nations, la simulazione ONU rivolta a tutti gli
studenti del mondo che si svolge ogni anno nelle cittá piú importanti, sedi
degli organi delle Nazioni Unite.
Personalmente ho partecipato al NMUN, la simulazione di New York e al RomeMUN, tenutosi evidentemente a Roma. Due città fulcro dell'attività dell'Organizzazione: a New York, come sapete, c'è la sede dell'Onu nel famosissimo Palazzo di vetro, il UN Plaza, mentre a Roma quella ufficiale della FAO, la Food and Agriculture Organization. Perché giochiamo a fare i diplomatici? Per circa un mese, tra Roma e New York, ho "giocato" a interpretare il ruolo della diplomatica, o meglio della rappresentante presso l' ONU di uno dei suoi stati membri.
Personalmente ho partecipato al NMUN, la simulazione di New York e al RomeMUN, tenutosi evidentemente a Roma. Due città fulcro dell'attività dell'Organizzazione: a New York, come sapete, c'è la sede dell'Onu nel famosissimo Palazzo di vetro, il UN Plaza, mentre a Roma quella ufficiale della FAO, la Food and Agriculture Organization. Perché giochiamo a fare i diplomatici? Per circa un mese, tra Roma e New York, ho "giocato" a interpretare il ruolo della diplomatica, o meglio della rappresentante presso l' ONU di uno dei suoi stati membri.
A Roma ho rappresentato il Cile presso l'UNESCO, uno stato che ho
imparato a conoscere e che per un periodo è diventato il mio stato di
appartenenza. Ho conosciuto la sua storia, cultura, politica e geografia. Allo
stesso modo a New York, il South Sudan é diventato il mio
stato di appartenenza. Pensare che prima del Mun non conoscevo questo piccolo
staterello nato solo poco più di due anni fa dopo una lunga guerra civile e
lotta per l'indipendenza dal Sudan. Devo ammettere che la difficoltà più
grande è stata ahimè il farmi capire in inglese, nonostante la discreta
conoscenza della lingua; avere a che fare con ragazzi madrelingua e parlare con
loro tutti i giorni su temi seri, mi ha messo a dura prova, anche se non é
andata male, anzi, un incentivo per spronarmi a migliorare.
A prescindere dal gap linguistico, ora che sono tornata alla
vita di tutti i giorni mi rendo conto che è stata la più bella esperienza che
finora ho vissuto. Ho conosciuto ragazzi, giovani studenti come me, che mi
hanno arricchito con i loro racconti dei loro paesi di origine, delle loro
esperienze scolastiche, della loro cultura. Mi è capitato di parlare del
problema dell'educazione primaria con ragazzi che rappresentavano gli Stati
Uniti e che in realtà venivano da paesi molto poveri, come il Ghana; mi è
capitato di cercare di imparare l'arabo da un gruppo di ragazzi
egiziani e cercare di insegnare loro un po' di italiano...devo ammettere che per
loro era più semplice, ma ora posso dire come ci si saluta in arabo! Mi è
capitato di trovarmi con ragazzi pakistani, indiani, americani, africani, giapponesi,
francesi, polacchi a parlare del conflitto tra Israele e la Palestina e cercare
di trovare una soluzione ad un conflitto che ormai dura da più di 60 anni.
Insomma ora mi rendo conto che quel mese mi hanno fatto da scuola e se
all'inizio ero molto spaventata perché non sapevo cosa realmente mi aspettasse,
ora quando racconto la mia esperienza mi
luccicano sempre gli occhi...no, non é un eccesso di emozioni, ma la
consapevolezza che ho fatto qualcosa che mi ha fatto capire cosa vorrei fare da
grande. Chissà che tra qualche anno non mi ritroverò qui a scrivere del mio
vero lavoro all'Onu, in qualità di rappresentante del mio paese.
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