Dove il viaggio incontra la poesia.
Rientro al volo e prima di ripartire per la Capitale corro in libreria, me
lo sono ripromessa.
Pregusto il pomeriggio soleggiato au bord du train che mi attende: Tra un film e un' occhio alle
colline toscane, leggerò di un viaggio australiano.
Salgo in macchina e, carica d’entusiasmo apro incuriosita il
libro.. sussurro un “Oh..” tra il
sorpreso e il deluso..si tratta di poesia…
Vinto il breve impasse
inizio a leggere e incontro un meraviglioso “melting pot di canoni”… un
racconto imbrigliato tra la struttura poetica.
Leggo della necessità di raccontare, immagino appunti presi in modo
frettoloso, note e parole, cenni che saranno rivisti e ripresi in un secondo tempo…
Le pagine trasudano di sentimenti in conflitto, emozioni, pensieri, caldo, freddo, pioggia, puzzano di chiuso e profumano di libertà.
Le pagine trasudano di sentimenti in conflitto, emozioni, pensieri, caldo, freddo, pioggia, puzzano di chiuso e profumano di libertà.
..tra una pagina di Chatwin, una cassa d’arance da
raccogliere e un camper da ripulire.. con davanti chilometri di strada….
Forte, intenso, vero..
Chiunque ritrova un po’ di sé..
Un libro-specchio per viaggiatori e “sognatori radicati”.
Una coperta di Linus per chi, a volte si sente rosicchiare
pian piano dalla nostalgia..
Un memento per smentire coloro che credono ci siano scelte
definitive.
Un invito a vivere il presente.
Un invito a seguire il proprio sogno.
Spesso do voce ai protagonisti.. questa volta ho preferito
condividere il mio sentire.
In attesa del feedback dell’autore.
Cara Maria Chiara,
RispondiEliminaho letto con piacere le tue considerazioni e per questo ti ringrazio. Leggere un libro, ancor più se questo tratta poesia, di questi tempi è cosa assai lodevole. Ma ancor più apprezzabile è il fatto che tu abbia scelto di esprimere e condividere il tuo personale “sentire”, piuttosto che elaborare una recensione critica.
Come avrai notato, la mia è una poesia un po’ diversa dal modo classico di far poesia. Alcuni la definiscono una poesia con una poetica “poco poetica”, altri una poesia più vicina alla “prosa-poesia”. Sicuramente lo stile che ho voluto perseguire è frutto di un modo di concepire la realtà molto personale, e che ho tentato di esprimere in arte poetica nella maniera più spontanea, minimalista ed essenziale possibile.
La raccolta è suddivisa in due parti, un Sopra e un Sotto, che simboleggiano un’esperienza vissuta fra i due emisferi del mondo, e al contempo assumono un forte significato metaforico di ricerca esteriore ed interiore. Fra i temi che attraversano l’opera, seppur con sfumature diverse e quasi sempre velati da una sorta di autoironia, avrai certamente ritrovato una diffusa presenza della morte, della natura, e una particolare attenzione per i piccoli gesti quotidiani.
Insomma, "Penserò al titolo più tardi" è una narrazione in versi in cui ho tentato di far emergere l’insoddisfazione e lo squallore di un vivere frenetico e dissoluto, qual era dapprima il mio modo di intendere e affrontare la realtà quotidiana, per poi approdare, durante l’avventura australiana, ad una visione più accettabile dell’esistenza - dell’esserci -, ma ancora in certo qual modo tragica e disincantata.
Mi piace salutarti con una citazione di Platone a me particolarmente cara, tratta dall’Apologia di Socrate, che in qualche modo rappresenta e riassume lo spirito con cui ho intrapreso questa mia esperienza di verità.
“Una vita senza ricerca non è degna per l'uomo di essere vissuta.”
Emiliano