giovedì 18 luglio 2013

Racconigi: viaggi, arte e fantasia!

                                                                                                                     di Chiara Gallo

Progetto di visita guidata "Viaggi Reali e Metafore di Viaggi" 

Una visita tematica alternativa e ricca di curiosità, filo conduttore: il viaggio, vissuto o fantasticato dai personaggi che celebrarono la bellezza del castello nel cuore della pianura cuneese. La novità consiste proprio nello sviluppo di un percorso in grado di intrecciare alla spiegazione tecnica e storica dell’edificio, le vite di artisti, architetti e reali che si occuparono dei lavori di ammodernamento a partire dal XVII secolo.
Si parte con Guarino Guarini, famoso architetto modenese la cui firma distintiva, una conchiglia rovesciata, riecheggia lungo gran parte delle sale, accanto alle palme, simbolo dell’altra mente innovativa che lavorò alla reggia Pelagio Palagi, dedito all’allestimento scenografico interno, il quale viaggiando tra Roma, Bologna, Milano e Genova si portò un bagaglio artistico completo che applicò all’interno dei saloni di Racconigi.

I lavori più significativi si conclusero a metà Settecento con l’intervento di Gian Battista Borra, il quale ne ristrutturò la facciata nord in un maestoso stile barocco. Pregevoli furono gli interventi interni del Bolina e dell’architetto Ernesto Malano, il quale progettò le due torri, i cortili interni e la cancellata che racchiude la reggia. L’ebanista Gabriele Capello si dedicò con estrema cura alla lavorazione dei mobili in modo particolare a quelli del gabinetto etrusco, vero gioiello di Racconigi, realizzato ispirandosi allo stile delle tombe etrusche scoperte in quegli anni a Taormina e il cui tavolo venne premiato all’Expo di Londra del 1851, solo ed unico viaggio dell’artista. Non passa di certo inosservata la finezza dell’opera “La donna velata” di R. Monti, allievo del Canova, mentre suscita stupore il tavolo da biliardo, progettato da Borra e costruito su misura per l’imponente Carlo Alberto. E stupore, certo, è la sensazione che si prova nell’osservare gli appartamenti cinesi di cui si fa vanto questa splendida reggia. Conservate perfettamente riflettono l’idea di un Oriente fantastico, ricco e sempre all’opera, una visione d’insieme positiva, sebbene l’artista che dipinse la chinoiserie non ebbe mai modo di osservare in prima persona questo panorama esotico. Sempre al passo con i tempi i Savoia hanno sperimentato le strutture tecnologiche più innovative e all’avanguardia come l’impianto di illuminazione elettrico inserito all’interno di alcuni candelabri, i termosifoni, i bagni con sauna, persino una camera oscura volta ad assecondare la passione della regina Elena per la fotografia.

Un ulteriore sguardo meritano i giardini con cui termina la visita. Qui protagoniste sono la fantasia e l’originalità di architetti come Le Nôtre, famoso per i giardini simbolo della Reggia di Versailles, e in seguito di Giacomo Pregliasco, su commissione di Josephine de Lorrain. Donna di grande cultura ed intelletto, Josephine, non potendo compiere i viaggi che tanto desiderava, si fece costruire all’interno del parco un mondo parallelo fatto di piccoli edifici ispirati alle favole o a paesi stranieri. Un’ottima soluzione per evadere dalla rigida realtà in cui viveva, circondata solo dalla natura. I reali parenti di Josephine si spostavano da Torino a Racconigi per il periodo estivo e vi soggiornavano per tutta la durata della stagione. Gli ultimi a fare visita alla reggia furono Umberto II e la neo sposa Maria José. Restano ancora tracce degli ultimi regnanti in alcune stanze visitabili, come la camera da letto  matrimoniale, le stanze dei principini e le sale da tempo libero.

 Tutto sembra rimasto cristallizzato nel tempo, così come fu lasciato nel 1946. Una fotografia che immortala l’evoluzione del castello e dei suoi proprietari.
 Personaggi, storia, arte e architettura in uno scenario maestoso… appariscente…nascosto…privato!

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